Civita di Bagnoregio è la Città che muore. Adagiato sopra un colle di tufo cuneiforme, stretto fra due profondi burroni, emerge il borgo rossiccio. Lo spettacolo della Valle dei Calanchi si estende fino all’orizzonte con il suo dedalo di creste e lamelle di argilla.

Uscire dal labirinto? Potrai riuscirci solo da lassù: lì dove domina Civita di Bagnoregio, la Città che muore. Sospesa nel tempo e nello spazio, una macchia di colore fra le creste argillose, l’antichissimo mare dei calanchi.

Diventa viaggiatore nel tempo: le poetiche pagine di Bonaventura Tecchi ti faranno compagnia presentandoti personaggi, lucumoni e contadini della Civita che non c’è più.

Civita, laddove il kairos, momento supremo dell’incanto, sospende il kronos, il tempo dell’umano e della storia. All’ammirazione stupefatta degli occhi s’apre così lo spazio del miracolo, evento che eccede i confini del quotidiano, facendo irruzione nel teatro della vita di tutti i giorni.

L’essere umano è anello di congiunzione tra cielo e terra, custode del legame tra vita terrena e aldilà.

Civita, laddove il kairos, momento supremo dell’incanto, sospende il kronos, il tempo dell’umano e della storia. All’ammirazione stupefatta degli occhi s’apre così lo spazio del miracolo, evento che eccede i confini del quotidiano, facendo irruzione nel teatro della vita di tutti i giorni.

L’essere umano è anello di congiunzione tra cielo e terra, custode del legame tra vita terrena e aldilà.